La scienza contro il mito degli integratori a base di Omega 3 in gravidanza?

La scienza è abituata ad avere il coraggio di tornare sui propri passi e a mettere in discussione scoperte e assiomi che sembravano ormai acclarati. L’ennesimo esempio di tutto questo lo ha dato un gruppo di ricercatori australiani operanti presso il South Australian Health and Medical Research Institute di Adelaide, i quali sono giunti alla conclusione, dopo una lunga ricerca, che nel periodo della gestazione non vi sarebbe alcun vantaggio concreto per la salute del nascituro con l’assunzione da parte della madre dei noti integratori a base di Omega 3.

Come si è svolto lo studio

Lo studio, i cui esiti sono stati pubblicati sulle pagine della importante rivista di settore Jama, ha preso spunto dall’idea che assumere un numero eccessivo di integratori durante il periodo della gestazione potrebbe rivelarsi tutt’altro che un toccasana per le proprie finanze e non apporterebbe, cosa ancora più importante, vantaggi evidenti in quello che è lo sviluppo del feto da un punto di vista neurologico e cognitivo.

La ricerca che ha visto ancora una volta la scienza impegnata nella tutela della salute dell’essere umano, ha coinvolto future mamme giunte almeno alla metà del periodo di gestazione. Ad una prima metà sono stati dati dati ogni giorno integratori a base di Omega 3, mentre alla seconda metà è stata somministrata una pillola rientrante nella categoria dei “placebo”.

Gli esiti dello studio

Il team di uomini e donne di scienza ha avuto in mano i primi dati da cui trarre i risultati della ricerca circa un anno e mezzo dopo la nascita dei bambini. Ad una attenta analisi è emerso che non vi erano differenze marcate tra i bambini del primo e del secondo gruppo per quel che concerne l’evoluzione da un punto di vista della capacità motoria, del linguaggio e per quanto concerne lo sviluppo neurologico.

La ricerca ha tenuto impegnata la scienza per diversi anni, visto che dopo queste prime verifiche il team di ricercatori australiani ha aspettato il compimento dei 4 anni di età dei bambini per ripetere i test di controllo. E questi ultimi hanno confermato l’inesistenza di differenze sostanziali per quanto riguarda gli aspetti dello sviluppo che gli integratori a base di Omega 3 dovrebbero andare ad interessare.

La prossima ricerca

Nel corso della lunga e dettagliata ricerca gli uomini di scienza australiani si sono resi conto, come detto, del fatto che gli integratori a base di Omega 3 sembrerebbero non portare nessun vantaggio concreto al nascituro.

Ma questa non è la sola scoperta arrivata al termine dello studio: il team di ricercatori si è infatti avveduto del fatto che gli integratori in questione potrebbero risultare responsabili di alcuni comportamenti dei bambini nei confronti dei propri genitori.

Il team, nel presentare i risultati della ricerca, ha voluto più volte precisare come la presenza di eventuali effetti collaterali sia ancora tutta da dimostrare, confermando però come questo sarà il prossimo argomento di ricerca.

Non resta quindi che aspettare l’inizio e quindi gli esiti di questa nuova ricerca da parte della scienza, al termine della quale si potrà capire ancora di più sull’utilità o meno degli integratori a base di Omega 3 per le donne che stanno portando avanti una gravidanza.

Suggerito da: Scienza TG24 Sky